Il caso
Prima sedata perché dava fastidio ai degenti e poi legata: muore così paziente al pronto soccorso a Napoli
La famiglia ha presentato una denuncia alla procura per chiedere un’indagine. Il legale ha già raccolto delle informazioni per riuscire a capire cosa sia accaduto in corsia

Prima è stata sedata perché si alzava spesso dal suo letto, dando così fastidio agli altri degenti, e poi legata, perché in continuo stato di agitazione. Situazione in cui è stata colta da un arresto cardiaco, che si è rivelato fatale malgrado gli sforzi dei medici di salvarla. Chiede che sia fatta pienamente luce su questa tragica vicenda la famiglia di Cristina (nome di fantasia), una 39enne deceduta alle 7,45 dello scorso 12 settembre nel pronto soccorso dell’ospedale del Mare di Napoli, dove era giunta circa 24 ore prima, secondo la famiglia, a bordo di un’ambulanza del 118.
I parenti della donna, che soffriva di crisi epilettiche, dopo diversi tentativi di venire a capo dell’accaduto, hanno deciso di rivolgersi a un legale, l’avvocato Amedeo Di Pietro, a cui hanno chiesto di presentare una denuncia alla Procura partenopea affinché faccia degli accertamenti.
Anche il legale della famiglia ha avviato delle indagini difensive e raccolto una serie di elementi che, a suo parere, suscitano quanto meno dei dubbi.
Dalle analisi a cui venne sottoposta, sostiene il legale, erano emersi parametri senza particolari criticità.
La sera del 10 settembre, dopo essere stata allontanata per errore dal presidio, Cristina viene nuovamente registrata per un secondo ingresso. L’unico parente a vederla legata al lettino è stato il cognato che ora, con il marito e il resto della famiglia, chiede agli inquirenti un’inchiesta.
L’avvocato Di Pietro si è occupato di un altro caso con delle analogie, quello di Alfredo Fico, il giovane deceduto a 25 anni nell’aprile del 2019 mentre era sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio (Tso) proprio nello stesso nosocomio. Un intervento praticato, secondo il professionista, senza che ci fossero le necessarie autorizzazioni.
In ospedale c'era finito giorni prima, a causa di una crisi pantoclastica: in sostanza perché in preda a un irrefrenabile impulso di distruggere tutto quello che gli stava attorno. Crisi che si sono ripetute più volte costringendo i medici a somministragli farmaci e poi una terapia. Il 25enne rimase in ospedale fino al 9 aprile, quando, alle 9.33, durante la ricognizione mattutina, venne trovato senza vita, anche lui legato al lettino.