×

MEDIO ORIENTE

Netanyahu: «Se piano non sarà raggiunto, sarà ancora guerra». Hamas: «Non daremo a Israele la scusa per tornare in conflitto»

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha parlato oggi ai media in una serie di dichiarazioni che segnano un momento cruciale nelle tensioni con i palestinesi

Redazione La Sicilia

10 Ottobre 2025, 13:37

Netanyahu: «Se piano non sarà raggiunto, sarà ancora guerra». Hamas: «Non daremo a Israele la scusa per tornare in conflitto»

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha parlato oggi ai media in una serie di dichiarazioni che segnano un momento cruciale nel conflitto con Hamas e nel futuro della Striscia di Gaza, dopo l’accordo che ha portato al rilascio degli ostaggi.

«Stiamo stringendo Hamas da ogni lato – ha affermato Netanyahu – in vista delle prossime fasi del piano, che prevede il suo disarmo completo e la smilitarizzazione di Gaza. Se ciò sarà raggiunto in modo pacifico, tanto meglio. Se no, sarà raggiunto con la forza».

Il premier ha voluto rivendicare i risultati ottenuti finora, definendo il ritorno degli ostaggi, vivi e deceduti, «uno dei più grandi successi della nostra guerra per la rinascita». «Abbiamo fatto una promessa – ha detto – e l’abbiamo mantenuta. All’inizio della guerra c’era chi diceva che non avremmo recuperato nemmeno un ostaggio vivo. Io la pensavo diversamente e ho agito diversamente».

L’accordo con Hamas e il ruolo della pressione militare

Netanyahu ha chiarito che l’accordo con Hamas per la liberazione degli ostaggi non sarebbe stato possibile senza la pressione militare esercitata negli ultimi mesi. «Hamas ha accettato l’accordo solo quando ha sentito la spada alla gola. E la spada è ancora lì», ha dichiarato. Ha poi aggiunto che «il piano Trump, su cui ho concordato con il presidente a Washington, ha isolato Hamas a livello internazionale come mai prima d’ora».

A chi sostiene che l’accordo potesse essere raggiunto prima, il premier ha risposto: «Non è vero. Hamas non ha mai accettato di liberare tutti gli ostaggi con l’IDF così profondamente dentro la Striscia».

Ritiro in corso, Hamas: "Monitoriamo il rispetto dell’accordo"

Nel frattempo, Hamas ha confermato l’entrata in vigore del cessate il fuoco e l’inizio del ritiro delle forze israeliane da Gaza. Lo ha dichiarato Hazem Qassem, portavoce del movimento, all’emittente saudita Al-Arabiya: «Stiamo monitorando il ritiro dell’esercito israeliano in conformità con l’accordo. I palestinesi hanno confermato che ostacoleranno qualsiasi tentativo di sfollamento. Non daremo a Israele alcuna scusa per tornare in guerra».

"La campagna non è finita"

Nonostante l’intesa e il ritiro in corso, Netanyahu ha ricordato che la fase militare non è del tutto conclusa: «Come ha detto il capo di stato maggiore, la campagna non è ancora finita. Ci attendono grandi sfide, ma anche grandi opportunità. Allargheremo il cerchio della pace intorno a noi».

Infine, il premier ha voluto sottolineare il significato simbolico dell’operazione: «Questa festività di Simchat Torah – lo stesso giorno del massacro del 7 ottobre – diventerà, con l’aiuto di Dio, un giorno di gioia nazionale per il ritorno di tutti i nostri fratelli e sorelle rapiti. Il nome dell’operazione, Tornano al loro confine, è tratto dalla promessa fatta a Rachele nel libro di Geremia: ‘E riporteremo i figli al loro confine’».

Il contesto resta altamente instabile, ma l’accordo raggiunto rappresenta un passaggio decisivo, mentre la comunità internazionale osserva con attenzione l’evolversi della situazione sul campo.