Le prossime tappe per riportare la pace a Gaza con il via libera alla ricostruzione della striscia
L'arrivo di Trump apre i nuovi negoziati per il disarmo di Hamas: amministrazione provvisoria guidata dagli Usa

Avviata l’attuazione della prima fase del piano Trump, ecco le prossime tappe del percorso per riportare la pace a Gaza ed avviare la ricostruzione materiale e istituzionale della Striscia.
- LA TREGUA IN VIGORE. È scattata immediatamente dopo la ratifica dell’accordo con Hamas da parte del governo Netanyahu, superata la mezzanotte di giovedì.
- RITIRO PARZIALE DELL’IDF. È stato completato come previsto dall’intesa entro 24 ore dal cessate il fuoco. L’esercito israeliano ha arretrato fino alla cosiddetta linea gialla, ma resta a Rafah e controlla ancora il 53% del territorio della Striscia.
- RICONSEGNA DEGLI OSTAGGI. Deve avvenire entro 72 ore dal cessate il fuoco, quindi entro la fine della mattinata di lunedì. Per i 20 ostaggi ancora vivi la scadenza dovrebbe essere rispettata, ma ci potrebbe volere più tempo per la restituzione dei corpi dei rapiti uccisi dai miliziani o morti sotto le bombe dell’Idf.
- LIBERAZIONE DEI PRIGIONIERI. Una volta riconsegnati gli ostaggi si apriranno le porte delle carceri israeliane per quasi duemila detenuti palestinesi (250 condannati all’ergastolo). Nella lista pubblicata da Israele, non compaiono i cosiddetti “Big Seven”, le figure ritenute più pericolose da Marwan Barghouti ad Ahmad Saadat.
- L’ARRIVO DI TRUMP. Il presidente Usa dovrebbe atterrare in Israele lunedì mattina per poi tenere un discorso davanti alla Knesset. Resta in piedi anche l’ipotesi della sua presenza in Egitto per la cerimonia ufficiale della firma dell’accordo.
- I NUOVI NEGOZIATI. Partiranno per attuare la seconda fase del piano Trump che prevede: il disarmo di Hamas, il ritiro dell’Idf dietro la linea rossa (più esterna di quella gialla), l’istituzione di una zona cuscinetto tra la Striscia e Israele, la creazione di un’amministrazione provvisoria internazionale a guida Usa, l’istituzione di una Forza internazionale di stabilizzazione (Isf) con partner arabi e internazionali.
- IL DOPO GUERRA. L’obiettivo finale è stabilizzare la Striscia, in vista anche di un futuro Stato Palestinese sul quale resta il “no” di Israele. Hamas, che ha bocciato qualsiasi amministrazione straniera o occidentale, sarebbe invece aperta a un governo tecnico palestinese «sotto l’egida dell’Anp», garantito dai Paesi arabi e musulmani. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha lanciato la proposta di una conferenza internazionale per la ricostruzione.