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VIOLENZA DI GENERE

Un altro sito con donne spogliate con l'intelligenza artificiale. La denuncia della giornalista Francesca Barra

La scrittrice ha denunciato e sono partite le indagini della polizia postale. Sul sito compare una carrellata di foto di volti noti dello spettacolo e influencer spogliate

Redazione La Sicilia

27 Ottobre 2025, 16:17

16:19

francesca barra

«Ho scoperto ieri che su un sito per adulti circolano immagini di me nuda, generate con l’intelligenza artificiale». Con amarezza e allarme Francesca Barra – giornalista, scrittrice e giornalista televisiva – denuncia in un lungo post sui social quello che ha scoperto. «Non sono io, ma qualcuno ha deciso di costruire quella menzogna per ottenere attenzione e insinuare il dubbio che potessi essermi mostrata in quel modo negli ambienti in cui lavoro o ho lavorato: in Mediaset e con Piero Chiambretti. Ho pensato ai miei figli e ho provato imbarazzo e paura per ciò che avrebbero potuto sentire o leggere, se quelle immagini fossero finite nelle mani sbagliate. Non è arte, non è una scelta personale quindi ovviamente creata per suscitare morbosità pericolose perché basate sull’alterazione della realtà senza consenso della diretta interessata».

LE INDAGINI SUL SITO
Dopo la denuncia di Barra saranno avviati accertamenti da parte della polizia postale sulla natura dei contenuti pubblicati sull’ultimo sito sessista scoperto in rete, SocialMediaGirls.com, che utilizzerebbe l’intelligenza artificiale per creare immagini pornografiche. «Ho deciso di denunciare per chi non ha gli strumenti per raccontare – spiega Barra – per denunciare per un senso di vergogna o di pudore. Ma ho denunciato soprattutto per far rispettare il consenso, perché il problema non è essere nude, spogliarsi o avere la libertà di come si mostra il proprio corpo. Il problema è che nessuno può usarlo, renderlo un oggetto e non avere il tuo consenso. Sono contenta che a segnalarmi le foto sia stato un uomo – sottolinea la giornalista –, perché significa che gli uomini finalmente stanno prendendo coscienza che non è un gioco ma un reato. C’è un risveglio di coscienza – conclude –. Faccio un appello trasversale ai politici e alle politiche per una battaglia che è anche politica perché riguarda il bene comune. Oltre alla repressione, all’educazione e alla cultura, ci vuole una rete, un’alleanza tra tutte le parti per poter finalmente migliorare questo mondo, soprattutto per le nuove generazioni. Perché il cyberbullismo è lo specchio delle fragilità collettive degli adulti. Come possiamo aiutare i ragazzi se commettiamo gli stessi reati».

C’è un’apposita categoria «Ai undress anybody» e una sezione «Italian nude vips» con una carrellata di foto di volti noti dello spettacolo e influencer spogliate attraverso l’intelligenza artificiale sul nuovo sito sessista Social Media Girls denunciato da Barra, tra le vittime della piattaforma. Quarantasei pagine in cui si susseguono decine di scatti in studi televisivi, al mare o anche allo stadio in cui le protagoniste appaiono completamente nude. Tra loro compaiono Chiara Ferragni, Benedetta Parodi, Federica Nargi, Andrea Delogu, Caterina Balivo, Diletta Leotta, Selvaggia Lucarelli, Sophia Loren e Angelina Mango. La gran parte delle foto è stata postata un anno fa e qualcuna è stata rimossa. Per iscriversi al forum basta autodichiararsi maggiorenni e compilare un modulo con alcuni dati che non vengono verificati.

LA POLITICA E IL LAVORO DELLA COMMISSIONE D'INCHIESTA
«Spogliare con l’intelligenza artificiale un volto, un corpo, una vita, senza consenso, non è intrattenimento, è uno stupro virtuale – commenta la senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, Licia Ronzulli –. Ma se prima ci si poteva solo indignare per tutto questo, se prima la denuncia era solo un proforma perché i responsabili la facevano franca, ora, grazie alla nostra legge, che introduce il reato di deepfake, pagano con il carcere fino a 5 anni. Chi violenta con un clic è un criminale, non hacker».

A parlare è anche Martina Semenzato, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere: «La Commissione ha quasi completato il ciclo di audizioni e sta predisponendo la bozza della relazione sulla dimensione digitale della violenza di genere in Italia alla luce anche della nuova legge sulla intelligenza artificiale 132 del 2025. È evidente la necessità di individuare immediatamente gli autori degli illeciti e approntare sistemi sanzionatori adeguati a carico delle piattaforme che, nonostante le segnalazioni, faticano a rimuovere i contenuti. Le norme si stanno attualizzando, pensiamo all’introduzione dell’articolo 612 quarter. Ma è emerso anche preponderante il tema della educazione digitale non solo per le nuove generazioni ma anche per gli adulti – conclude –. Rimane significativo anche il tema della denuncia che, molto spesso, non viene sporta nella erronea convinzione che “se non c’è un contatto fisico non è violenza”. Giornaliste, colleghe parlamentari, influencer e in generale persone note possono contribuire proprio a evidenziare il valore della denuncia. La Commissione non mancherà di sentire tutte le voci coinvolte e che vorranno contribuire al lavoro».

IL RACCONTO SOCIAL DI BARRA
Francesca Barra ha raccontato sui social la reazione a quanto scoperto: «Ho pensato alle figlie e ai figli di tutti, alle ragazze che subiscono la stessa violenza digitale e che forse non hanno i miei stessi strumenti per difendersi o la mia forza per reagire. È una violenza e un abuso che marchia la dignità, la reputazione, la fiducia. Un furto dell’immagine, del corpo, della libertà di essere viste come si è, non come un algoritmo o una mente malintenzionata decide di rappresentarci. Questa non è solo la mia storia, ma il preludio di un pericolo che riguarda tutti. Nessuna donna, nessuna ragazza dovrebbe trovarsi di fronte a un corpo inventato e sentirsi ferita due volte: nell’immagine e con l’impunità».