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Separazione carriere

Riforma della Giustizia, Meloni: «Traguardo storico». Renzi: «È una riformicchia»

Dopo il "sì" del Senato, e in vista del referendum confermativo sulla modifica costituzionale - forse già a marzo - Conte (M5S) parla di «un attacco alla Carta»

Redazione La Sicilia

31 Ottobre 2025, 10:59

Riforma della Giustizia, Meloni: «Traguardo storico». Renzi: «È una riformicchia»

Ieri il via libera definitivo del Senato alla riforma della giustizia che introduce la separazione delle carriere dei magistrati. Per il disegno di legge costituzionale 112 voti a favore, 59 contro e 9 astensioni nel quarto e ultimo passaggio parlamentare. Meloni parla di 'traguardo storicò: «Ora parola ai cittadini, chiamati ad esprimersi attraverso il referendum confermativo», probabilmente tra marzo e aprile

Sul tema le opposizioni sono già sulle barricate. Schlein: «Il governo vuole le mani libere». Conte: «Scardinano la Carta». Fi celebra in piazza il voto nel nome di Berlusconi. «È la vittoria di mio padre», dice la figlia Marina. Scontro in Aula e polemica premier-Anm. 'Non ricordo una volta in cui sia stata favorevole a qualsiasi riforma della giustizià, afferma Meloni. 'Le nostre proposte inascoltate, il governo vuole controllare la magistraturà, la replica dell’Anm.

Le critiche vengono anche da Matteo Renzi che nel 2016, per la mancata conferma tramite referendum della sua riforma costituzionale, si giocò di fatto la sua permanenza a Palazzo Chigi

«È una riformicchia. Non è vero che si tratta di una riforma storica che cambierà la giustizia come dicono da destra gli ex giustizialisti. E non è vero che si tratta di un golpe come dicono da sinistra gli ex riformisti. Ci siamo astenuti come del resto ci eravamo astenuti per ragioni analoghe sulla legge Cartabia ai tempi del governo Draghi, pur essendo allora in maggioranza». Il leader di Italia Viva lo afferma in un’intervista al Corriere della Sera,.
«La separazione delle carriere - aggiunge - c'è già e ogni anno solo 28 persone tra i quasi novemila magistrati cambiano funzione. Le pare storica una riforma che riguarda ventotto persone? Meloni ha come sempre messo una bandierina ideologica, ma per Garlasco o Bibbiano o la malagiustizia con questa riforma non cambierà assolutamente nulla».
La maggioranza sostiene che non è un referendum su Giorgia Meloni, ma secondo lei in caso di sconfitta la presidente del Consiglio potrebbe comunque subire dei contraccolpi? «Parliamoci chiaro - prosegue Renzi -. Se il governo fa una riforma e la impone in Aula impedendo che ci siano emendamenti è chiaro che se gli italiani votano contro, il governo va a casa. Fare un referendum su un testo scritto dal governo significa chiedere la fiducia, non al Parlamento ma agli italiani. Se perde, Meloni sarà costretta ad andare a casa, certo».
Quanto all’opposizione, Renzi suggerisce di «non appiattirsi sull'Associazione nazionale magistrati. E attenzione a perdere il voto riformista. Chi è riformista è sempre garantista, per definizione».