L'intervista
Luca Zaia: escluso dalla lista e dal simbolo di partito, dopo 15 anni di governo dice: «La Lega è casa mia»
E al "Corriere" rivendica i risultati in Veneto, dalle liste d'attesa ridotte da 500.000 a 6.000 alle ricadute delle Olimpiadi Milano‑Cortina. E lancia l'appello a votare
Luca Zaia
«Prima non si è voluta la Lista Zaia. Poi il mio nome non poteva essere messo nel simbolo della Lega. Va bene, allora eccomi in pista e vedremo a urne chiuse quale sarà il mio apporto». Lo afferma in un’intervista al Corriere della Sera, il governato uscente del Veneto, Luca Zaia.
«Con il bagaglio delle tantissime cose fatte in 15 anni - aggiunge - Lo posso dire: è stata un’Amministrazione trionfale. Potrei citare tanti risultati. Mi limito alle liste d’attesa nella sanità: oggi riguardano 6 mila persone, subito dopo il Covid erano 500 mila. Ma il consenso oltre il 70 per cento che tutti i sondaggi mi attribuiscono dice più di tante parole come i cittadini valutano il mio lavoro».
Ormai quello è il passato. «Mica tanto. Pensi - prosegue - alle Olimpiadi di Milano-Cortina che andranno in scena tra poco. Ho realizzato un’impresa impossibile che consente al Veneto di ospitare per due volte nella storia, unica regione al mondo, un’edizione dei Giochi. Ne avremo ricadute rilevanti». A quale risultato punta? «Anzitutto - afferma ancora Zaia -, va difeso quello che considero il risultato più importante del mio lavoro: aver ridato l’orgoglio al Veneto. E poi, vanno consolidati e migliorati i tanti investimenti avviati». Tra Lega e FdI è corsa a chi arriva davanti. «I voti si conteranno a urne chiuse, adesso dobbiamo solo lavorare pancia a terra. Gli avversari non sono i nostri compagni di viaggio. È l'astensionismo. Lo ripeto sempre: votate chi volete ma andate a votare». Farà il presidente del Consiglio regionale? «Mi hanno messo dovunque, non starò qui a fare l’elenco. Ribadisco: sarò a disposizione laddove la mia persona sarà utile. In ruoli operativi, naturalmente». Avrà un ruolo nella Lega? «Sono e resto un militante. La Lega è la mia casa», conclude.