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IL GIALLO

Doppia firma e email misteriosa: lo stesso articolo consegnato a testate di centrodestra che ha scatenato il caso Garofani

Un dettaglio che aggiunge un’aura di mistero allo scontro politico-istituzionale poche ore dopo la conclusione dell’incontro tra Mattarella e Meloni

Alfredo Zermo

19 Novembre 2025, 20:47

Doppia firma e email misteriosa: lo stesso articolo consegnato a testate di centrodestra che ha scatenato il caso Garofani

La Verità ha pubblicato un articolo firmato con lo pseudonimo Ignazio Mangrano. Lo stesso identico testo è stato però recapitato domenica all’ora di pranzo ad almeno tre redazioni considerate di area centrodestra, tra cui quella del Giornale, dalla casella di posta stefanomarini@usa.com e con la firma Mario Rossi. Questo dettaglio aggiunge un’aura di mistero allo scontro politico-istituzionale scaturito dal caso Garofani, particolarmente dopo che le testate online di la Repubblica e La Stampa hanno rivelato il retroscena poche ore dopo la conclusione dell’incontro al Quirinale tra Sergio Mattarella e Giorgia Meloni, pubblicando anche la foto del messaggio.

È certo che nessuno ha rilanciato quell’articolo lunedì, giorno della riunione del Consiglio supremo di difesa, con Mattarella, Meloni e una parte consistente del governo riuniti al Colle.

L’edizione odierna del Giornale (oggi di proprietà del deputato leghista Antonio Angelucci e in passato della famiglia Berlusconi), in un pezzo sulle “tensioni” tra FdI e il Colle, ha riferito di aver ricevuto quella email. “Temo ci sia un po’ di invidia in quel pezzetto del Giornale”, ha commentato Massimo De Manzoni, condirettore di La Verità, ospite di Un giorno da pecora su Radio1. “Pensa che avremmo fatto tutto questo sulla base di una lettera anonima? E se fosse vero, come mai il Giornale non c’è andato dietro?”. “Assolutamente”, ha garantito De Manzoni: la redazione conosce la fonte e “non è un Mario Rossi”. Si tratta di “una fonte più che autorevole”, aveva messo per iscritto il direttore Maurizio Belpietro nell’editoriale sul “piano del Quirinale per fermare la Meloni”.

Resta ora l’interrogativo sull’eventuale esistenza di un audio della conversazione che avrebbe avuto per protagonista Francesco Saverio Garofani, consigliere del presidente della Repubblica. “È possibile” che ci sia, ha confermato De Manzoni, senza escludere che il giornale abbia trattenuto altro materiale per ulteriori sviluppi nei prossimi giorni: “Top secret. Un po’ di casino lo abbiamo fatto già, intanto stiamo sfruttando le reazioni”.