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IL CASO

“La signora” con il rossetto sbavato: così è stato riconosciuto il figlio travestito dalla madre morta per incassarne la pensione

Tre anni di finzione, una comparsa in municipio e un sospetto che svela l’inganno: la storia di Borgo Virgilio, con ciò che sappiamo finora, i reati ipotizzati e come funzionano le comunicazioni di decesso e le pensioni di reversibilità

Alfredo Zermo

25 Novembre 2025, 22:19

22:21

“La signora” con il rossetto sbavato: così è stato riconosciuto il figlio travestito dalla madre morta per incassarne la pensione

La porta automatica dell’Anagrafe si apre e una “anziana” entra appoggiandosi a un bastone, passo svelto nonostante i tacchi bassi. Ha una parrucca a caschetto, orecchini vistosi, rossetto, smalto e un foulard stretto al collo. Gli impiegati osservano: c’è qualcosa che non torna in quella “signora”. Il collo è spesso, le mani curate sono grandi, la voce ha inflessioni che stonano. L’“anziana” chiede di rinnovare la carta d’identità. Poco dopo scatta la chiamata alle forze dell’ordine. L’“anziana” in realtà è il figlio, un infermiere di 56-57 anni, che da circa tre anni si sarebbe travestito da madre morta per continuare a incassarne la pensione.

È accaduto a Borgo Virgilio, provincia di Mantova. Da quella scena, ripresa anche dalle telecamere comunali, si dipana un’indagine che ha portato al ritrovamento del corpo mummificato dell’anziana in casa e all’iscrizione dell’uomo nel registro degli indagati per più reati.

Cosa è successo: i fatti essenziali ricostruiti finora

Secondo le ricostruzioni convergenti di fonti italiane e internazionali, la madre dell’indagato sarebbe morta nel 2022, all’età compresa tra gli 82 e gli 85 anni (l’età varia tra le testate). L’uomo, ex infermiere e oggi disoccupato, non avrebbe denunciato il decesso: avrebbe invece nascosto il corpo in casa, in un locale adibito a lavanderia/cantina, e continuato a riscuotere i trattamenti pensionistici a lei spettanti, compresa la presunta pensione di reversibilità del padre, medico deceduto da tempo. L’ammontare annuo indebitamente percepito è stimato in circa 53.000 euro. Il raggiro sarebbe emerso quando la carta d’identità della donna è giunta a scadenza: per rinnovarla, l’uomo si sarebbe presentato allo sportello travestito da donna, con parrucca, trucco e abiti femminili. Gli impiegati, insospettiti da incongruenze tra volto, foto e atteggiamento, hanno avvisato la Polizia locale e le autorità competenti. In casa dell’indagato, i carabinieri avrebbero poi ritrovato il corpo della madre in avanzato stato di mummificazione.

Elementi di dettaglio – come il presunto utilizzo di tecniche “da infermiere” per sottrarre liquidi corporei e rallentare la decomposizione – sono stati riportati da la Repubblica, che riferisce anche dell’avvio degli esami autoptici presso l’ospedale Carlo Poma di Mantova per chiarire cause e tempi del decesso. L’uomo risulta indagato a piede libero per occultamento di cadavere, sostituzione di persona, truffa ai danni dello Stato/INPS e falso ideologico in atto pubblico. L’INPS sta quantificando l’importo complessivo.

L’errore che ha fatto crollare la messinscena

Dalle cronache locali emerge che il “trucco” è saltato proprio all’Anagrafe: la richiesta di rinnovo del documento ha imposto la presenza dell’intestataria. L’uomo si sarebbe presentato due volte, la prima consegnando moduli e fotografie, la seconda richiamato dagli impiegati. I segnali di allarme: discrepanze tra la nuova fototessera e quella archiviata, dimensione di mani e collo, postura e voce non credibili, e – dettaglio citato da alcune testate – l’arrivo in auto benché la donna non avesse patente. Quando è tornato in ufficio, gli agenti lo hanno fermato.

A casa, il ritrovamento del cadavere, avvolto in lenzuola e infilato in sacchi a pelo, in un locale riparato. L’autopsia dovrà definire con precisione l’epoca e le cause della morte, che al momento la stampa indica come “naturali” sulla base delle prime risultanze.

Quanto denaro è in gioco

Più testate indicano una cifra intorno ai 53.000 euro l’anno, che includerebbe la pensione della donna e, con ogni probabilità, la reversibilità del marito defunto. Se confermata, la somma complessiva incassata nel triennio si collocherebbe attorno ai 159.000 euro. Alcune fonti internazionali parlano di un “reddito” totale dello stesso ordine di grandezza contando anche i proventi immobiliari della famiglia (si citano fino a tre immobili). Sarà la contabilità dell’INPS a definire i ratei effettivamente accreditati e le eventuali restituzioni coattive.

I reati ipotizzati e le pene previste

  • Occultamento di cadavere: punito dall’art. 412 c.p. con la reclusione fino a tre anni. È integrato dal nascondere il corpo per impedirne il rinvenimento o i dovuti atti d’ufficio.
  • Sostituzione di persona: art. 494 c.p., fino a un anno di reclusione. Si configura quando, per ottenere un vantaggio, si induce in errore sostituendo illegittimamente la propria all’altrui identità (ad esempio presentandosi come la madre defunta a un pubblico ufficiale).
  • Truffa: art. 640 c.p.; se commessa a danno dello Stato o di un ente pubblico (come l’INPS), la pena sale da uno a cinque anni e multa. La qualificazione dell’INPS come ente pubblico è pacifica in giurisprudenza; l’ipotesi aggravata appare dunque applicabile.
  • Falso ideologico in atto pubblico: contestabile quando si induca un pubblico ufficiale a formare un atto non corrispondente al vero (da accertare). L’ANSA riferisce la presenza di questa ipotesi tra i capi formalizzati dalla Procura di Mantova.

Le contestazioni potranno subire variazioni con l’avanzare delle indagini e l’esito degli esami medico-legali. Allo stato, l’uomo risulta indagato, non condannato: vige la presunzione di innocenza.

Come ha potuto funzionare il raggiro: il nodo della comunicazione del decesso

Un punto cruciale – utile a capire il “come è stato possibile” – è la catena delle comunicazioni post-mortem. In Italia la cessazione di una pensione per decesso non richiede una “pratica” dei familiari all’INPS: la sospensione scatta sulla base della comunicazione ufficiale che deve arrivare dai medici necroscopi e/o dalle Anagrafi comunali entro 48 ore tramite i canali telematici dedicati. Senza questa segnalazione, i pagamenti possono proseguire fino al primo controllo incrociato utile. È quindi decisivo che l’evento venga registrato e trasmesso correttamente dagli organi preposti.

Dopo la notifica, l’INPS sospende i pagamenti in attesa della verifica da parte del Comune. È in quell’alveo che si inserisce la disciplina della pensione ai superstiti (reversibilità o indiretta), spettante – a certe condizioni – ai familiari aventi diritto, con procedure standardizzate e accesso tramite SPID/CIE/CNS. Aggirare tale sistema significa, oltre a commettere reati, esporsi a recuperi e sanzioni patrimoniali.

Perché l’Anagrafe è diventata il “punto debole” del piano

L’indagato, secondo gli inquirenti, sarebbe riuscito a mantenere il flusso dei pagamenti fintanto che la morte non è entrata nei radar delle banche-dati. La scadenza della carta d’identità ha però imposto un passaggio obbligato allo sportello: impossibile rinnovare senza presenza e verifica biometrica. L’azzardo del travestimento ha trasformato un rischio in una prova: telecamere, confronti fotografici, incongruenze fisiche e comportamentali hanno innescato l’allerta del personale, che ha chiamato gli agenti. Una dinamica confermata da più ricostruzioni giornalistiche, con dettagli come il tentativo di modulare la voce e l’uso di trucco vistoso, ritenuti poco credibili dagli impiegati.

Il corpo in casa: la mummificazione

Le cronache parlano di un corpo mummificato, avvolto in lenzuola e rinchiuso in sacchi a pelo, riposto in una stanza adibita a lavanderia. Una fonte riferisce che l’uomo, forte delle competenze da ex infermiere, avrebbe utilizzato una siringa per aspirare liquidi organici e ridurre gli odori della decomposizione. Sono elementi gravi e macabri, che solo gli esiti dell’autopsia potranno incastonare in un quadro forense verificato.

Un caso estremo, ma non unico

La storia, per quanto estrema, si colloca in una casistica internazionale di raggiri che sfruttano la mancata comunicazione del decesso per continuare a percepire pensioni. Dalla Germania all’Italia, non mancano precedenti di parenti che hanno nascosto un cadavere per mesi o anni. È un reato che richiama non solo il danno economico alla collettività, ma anche il vulnus alla pietà dei defunti, tutelata penalmente. Alcune cronache tedesche e italiane hanno documentato casi analoghi nell’ultimo decennio, con dettagli di occultamento in cantine, murature o giardini.

Uno sguardo umano dietro l’orrore

Resta la domanda che ogni cronista si pone davanti a storie simili: cosa porta un figlio a convivere per anni con il corpo della madre nascosto in casa, pur di non interrompere un flusso di denaro? Le ricostruzioni parlano di isolamento, di disoccupazione, di proprietà immobiliari che non hanno impedito l’azzardo. Ma la risposta completa non è nelle carte, e neppure nelle immagini dei travestimenti: è in una economia della solitudine e della fragilità che, talvolta, si traveste di cinismo. Qui, però, oltre all’abisso umano, ci sono reati gravi contro la collettività e contro la dignità dei morti: e a questi dovrà rispondere l'infermiere davanti a un tribunale, alla luce di prove, perizie e diritto.