×

Il fatto

“Abbiamo sbagliato”: gli Stati Uniti riconoscono la responsabilità per la collisione aerea sul Potomac che ha ucciso 67 persone

Un’ammissione senza precedenti del governo federale riapre le ferite di Washington e riscrive le regole nei cieli della capitale

Redazione La Sicilia

18 Dicembre 2025, 08:25

“Abbiamo sbagliato”: gli Stati Uniti riconoscono la responsabilità per la collisione aerea sul Potomac che ha ucciso 67 persone

La scia di luci ondeggia sull’acqua scura. È la sera di mercoledì, 29 gennaio 2025, e dalle rive del Potomac le telecamere di sorveglianza catturano un lampo, poi un’onda di fuoco. In pochi secondi due velivoli — un Bombardier CRJ700 in arrivo come volo regionale di American Airlines e un elicottero UH‑60 Black Hawk dell’Esercito degli Stati Uniti — si toccano, si spezzano e precipitano. Nessuno sopravvive: 67 persone muoiono a meno di un miglio dalla testata della pista 33 dell’aeroporto Ronald Reagan Washington National (DCA), nel cuore dell’area aerea più sorvegliata del Paese. Undici mesi dopo, il governo degli Stati Uniti mette tutto nero su bianco in un atto di 209 pagine: “La responsabilità è nostra”. È un’ammissione rara, che non placa il dolore, ma cambia il corso dell’inchiesta, della politica e delle regole in cabina di pilotaggio e in torre di controllo.

Il documento che pesa come una sentenza

A depositare la memoria è il Dipartimento di Giustizia (DoJ), nell’ambito di una causa civile intentata da una famiglia di una delle vittime. Il governo riconosce che tanto l’Esercito quanto la Federal Aviation Administration (FAA) hanno “violato il dovere di diligenza”, contribuendo direttamente alla collisione. Nel dettaglio: la condotta dell’equipaggio del Black Hawk e l’operato del controllore della torre di DCA risultano inadempienti alle procedure di separazione visiva e di vigilanza. È un passaggio cruciale: non solo perché conferma ciò che le famiglie sospettavano, ma perché indirizza le responsabilità lontano dalla compagnia aerea — che, infatti, chiede il rigetto delle accuse nei suoi confronti — e dentro le mura dello Stato.

Cosa accadde in quei 30 secondi

Secondo le ricostruzioni preliminari dell’NTSB (l’ente investigativo indipendente per la sicurezza dei trasporti), l’aereo operato da PSA Airlines come American Eagle volo 5342 era in corto finale per la pista 33 a circa 300–400 piedi di quota e 140 mph di velocità quando l’elicottero, in addestramento notturno, transitò lungo il corridoio elicotteristico sul fiume, Route 4. In quei momenti, il controllore della torre chiese al Black Hawk di “passare dietro” al CRJ e autorizzò la separazione visiva; l’equipaggio militare riferì di avere il traffico “in vista”. Pochi istanti dopo, l’impatto. Le registrazioni indicano che il jet ricevette un allarme TCAS (“Traffic! Traffic!”) e che l’elicottero viaggiava a circa 278 piedi di radioaltitudine; l’altimetro barometrico del Black Hawk potrebbe aver indicato valori non affidabili, un dettaglio che gli investigatori stanno ancora vagliando. Le riprese dell’U.S. Coast Guard mostrano i rottami galleggiare capovolti, in più tronconi.

Le 67 vite e la dimensione del lutto

A bordo del CRJ700 c’erano 60 passeggeri e 4 membri d’equipaggio; sull’elicottero, 3 militari. I sommozzatori recuperarono nelle prime 48 ore almeno 28 corpi in acque gelide e dalla corrente ingannevole. È il disastro aereo più grave sul suolo statunitense degli ultimi oltre vent’anni. La crudezza dei numeri non racconta la trama di destini che s’intrecciavano su quel volo: navette di lavoro del mercoledì sera, rientri anticipati, coincidenze perse e riprese; ma nel contenzioso e nel dibattito pubblico, quelle 67 assenze sono diventate la misura etica a cui la politica deve rispondere.

La domanda che conta: poteva essere evitato?

La risposta breve dell’NTSB è: “Sì, e doveva”. Già a marzo 2025, con una raccomandazione urgente, il Board chiese alla FAA di vietare le operazioni elicotteristiche vicino a DCA quando sono attive le piste 15 e 33 — proprio la configurazione del 29 gennaio — definendo lo schema allora in vigore un “rischio intollerabile”. Non era un allarme nuovo: esperti di procedure di avvicinamento avevano da tempo segnalato la promiscuità di traffico tra rotte elicotteristiche a bassissima quota e le traiettorie finali dei jet commerciali. L’area del Potomac, con curve strette e vincoli di spazio aereo speciale per la protezione di Capitol e Casa Bianca, è un labirinto tridimensionale che non perdona l’errore.