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carrello della spesa

Dal Covid alla guerra in Ucraina, così il cibo è aumentato del 25%

I dati Istat evidenziano rincari record per alimentari freschi e lavorati negli ultimi quattro anni, con prodotti essenziali come latte, formaggi, pane e verdura che pesano sempre di più sul bilancio delle famiglie

Massimo Leotta

12 Novembre 2025, 19:06

Dal Covid alla guerra in Ucraina, così il cibo è aumentato del 25%

Chi fa la spesa se ne era già accorto: i prezzi degli alimentari negli ultimi anni sono letteralmente schizzati, e i dati dell’Istat lo confermano nero su bianco. Tra il 2021 e oggi, cibo, bevande e tabacco sono aumentati in media del 25%, circa 8 punti in più rispetto all’inflazione armonizzata generale, cresciuta nello stesso periodo del 17%. A soffrirne di più sono i redditi più bassi, considerando che questi beni costituiscono una parte incomprimibile della spesa familiare.

Secondo il focus pubblicato dall’Istat, gli alimentari freschi sono rincarati di oltre il 26%, mentre quelli lavorati di poco più del 24%. Più nello specifico, a settembre 2025 il prezzo del cibo è cresciuto del 26,8% rispetto a ottobre 2021, con incrementi più marcati per i prodotti vegetali (+32,7%), latte, formaggi e uova (+28,1%) e pane e cereali (+25,5%).

Gli aumenti hanno iniziato a manifestarsi nella seconda metà del 2021, al termine dell’emergenza Covid e con il ritorno a una parziale normalità dei consumi. La vera impennata, tuttavia, si è registrata all’inizio del 2022, in coincidenza con la guerra in Ucraina, le sanzioni alla Russia e il blocco delle forniture di gas. Il rincaro delle materie prime, unito agli effetti del cambiamento climatico e a eventi metereologici estremi nei principali paesi esportatori, ha contribuito a sostenere la tensione dei prezzi fino alla metà del 2023, seppure gli aumenti siano proseguiti, seppur a ritmi più moderati, anche successivamente.

Anche le associazioni dei consumatori confermano la tendenza. L’Unione nazionale consumatori rileva che solo a ottobre 2025 il cioccolato è salito del 2,7%, i gelati del 2,6% e il cacao in polvere del 2,1%. Rispetto a ottobre 2024, il cacao in polvere costa il 22% in più, il caffè il 21%, il cioccolato il 10,2%, la carne bovina il 7,9%. «Andare a fare la spesa è diventato un lusso», denuncia l’associazione, mentre Assoutenti sottolinea come «una famiglia su tre sia stata costretta a ridurre la spesa nell’ultimo anno». Il presidente Gabriele Melluso parla di una situazione paradossale: «Le famiglie spendono sempre di più per un carrello sempre più vuoto».