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Dieci milioni in meno

Crollo delle entrate tributarie, ora è caos

Il Comune: «Grave danno per casse e reputazione Siano mostrate le modalità di calcolo»

02 Ottobre 2025, 21:59

02 Ottobre 2025, 21:59

Crollo delle entrate tributarie, ora è caos

E ora (ri)facciamo i conti. «Grave danno al Comune», sfregiato da fatti «di inaudita gravità per un ente in piano di riequilibrio finanziario pluriennale, riportati da numerose testate giornalistiche e con prevedibile enfasi dalle forze politiche rappresentate in consiglio comunale con ulteriore incalcolabile danno alla reputazione».

Il direttore generale e della Programmazione strategica Eugenio Ceglia fa la voce grossa sulle mancate entrate tributarie previste per il 2026. Con una lettera durissima, intima all’area Tributi chiarimenti con una “dettagliata relazione” entro 72 ore e di mettere sul tavolo «le modalità di calcolo» che parlano di un crollo di circa 5 milioni ciascuna per Imu e Tari, rispettivamente da 35 a 30 milioni di euro e da 25,6 a 20 milioni di euro. Che la guerra sulle progressioni verticali non fosse finita, era chiaro già dalla “bomba” delle previsioni sulle entrate tributarie riviste al ribasso, con la nota a firma della capo area Maria Mandalà e dal responsabile del servizio Tari Fabrizio La Malfa, che aveva addotto l’astensione dalle mansioni superiori delle istruttorie da parte dei 91 collaboratori sul piede di guerra per i criteri sulle promozioni interne. Ceglia accusa la dirigenza di aver indotto, se non aizzato, i 91.

Mette in copia il sindaco Roberto Lagalla, l’assessore al Bilancio Brigida Alaimo, il presidente del consiglio comunale, i revisori, il segretario generale, il ragioniere generale. L’affondo: «Già sono stato costretto a stigmatizzare le costanti lamentazioni del capo Area ai Tributi, puntualmente e clamorosamente smentite. L'area è l'unica che ha beneficiato di un aumento di unità di personale dall'inizio della sindacatura, da 138 a 155, oggi 153». Ceglia lamenta «il comprensibile allarme del personale, indotto a produrre una nota di protesta, e la prevedibile eco mediatica, che ha procurato evidente, grave ed esecrabile nocumento all'immagine».

Persino «più grave l'affermazione che l'emissione degli avvisi puntuali non potrà più essere assicurata per l'assenza di figure a ciò preposte, lasciando intendere che le stesse attività siano state ad oggi rese da personale impiegato con mansioni superiori». Oso parla, con Ugo Forello e Giulia Argiroffi, di «chiara azione intimidatoria, di cui il sindaco Lagalla è il diretto mandante e responsabile politico. Invece di promuovere un dialogo costruttivo, scelgono di instaurare e alimentare un clima di terrore e minaccia. Vorremmo comprendere cosa rappresenti, dal punto di vista legale, questa missiva: uno pseudo avvio di procedimento disciplinare-inquisitorio di epoca fascista? Vorremmo ricordare che le forze politiche, lungi dall'agire con ‘prevedibile enfasi’, hanno anche il dovere di informare in modo corretto e trasparente su fatti di interesse pubblico e generale».

Intanto, si diffonde il malcontento anche in altri uffici, a partire dai servizi demografici e anagrafe, ed elettorato. Gli uffici dirigenziali, però, fino a ieri, non hanno registrato “alcuna nota ufficiale” da parte dei dipendenti.