L'intervista
Siri e il «salto quantico» con Cuffaro: «In Sicilia la Lega è in buona salute»
L'ex sottosegretario Armando Siri, coordinatore nazionale dei dipartimenti del partito, arriva a Palermo dove è ancora forte l'eco dell'accordo siglato fra il Carroccio e la Dc
È ancora forte l'eco dell'accordo tra la Lega e la Dc di Totò Cuffaro, quando l'ex sottosegretario Armando Siri, oggi coordinatore nazionale dei dipartimenti del partito, arriva a Palermo. A puntualizzare, quasi a formalizzare quello che lui stesso definisce «il salto quantico della Lega». Che non è più Lega Nord, ma da Nord a Sud. Che non è la Lega della secessione, semmai quella dell'autonomia. Anzi, delle autonomie. «La Sicilia è una Regione con Statuto speciale, dobbiamo chiederci come sia stata usata questa specialità, partendo dal dato più importante: ha aiutato a creare lavoro?», domanda. Attorno a lui, il commissario regionale Nino Germanà (arrivato, come lui stesso ricorda, dopo sei avvicendamenti), il coordinatore regionale dei dipartimenti, l'ex renziano Giovanni Cafeo, il deputato regionale Vincenzo Figuccia e la sorella Sabrina, consigliera a Palermo. «Abbiamo qui tutti un’anima moderata e cattolica», dirà Cafeo durante l'intervento, così come rivendica poco prima Germanà. È l'altra sfumatura della Lega democristiana che, non a caso, va molto d'accordo con Cuffaro: «I rapporti, sia politici che umani, sono sempre stati ottimi», conferma.
E lo conferma anche Siri, sebbene sull’alleanza con la Dc preferisca sfumare un po' i toni, vuoi per il ruolo meno “local” ricoperto, vuoi per qualche malumore emerso nel Carroccio più intransigente. «Al di là dei manierismi della politica - dice - quello che conta sono i fatti concreti, cioè cosa si riesce a fare insieme per la regione, per il territorio, per il lavoro. Al di là dei nomi e delle sigle dobbiamo avere un progetto comune ed è quello che abbiamo: un progetto di sviluppo e di lavoro». Insomma, il cantiere va avanti e a proposito di cantieri, Siri, che parla di una Lega «in buono stato di salute», fa ovviamente riferimento alla priorità politica del partito di Salvini: «Abbiamo messo al primo posto il Ponte sullo Stretto – spiega - che è una grande opera nazionale che non servirà per fare incontrare il fidanzato di Messina con la fidanzata di Reggio Calabria, ma perché serve per portare qui in Italia, attraverso la Sicilia, attraverso il nostro Mezzogiorno, la maggior parte dei traffici che arriva dall'Oriente verso il Nord Europa che oggi sono intercettati dai porti dello stesso Nord Europa o da quelli spagnoli. Il nostro è un lavoro concreto, rivolto allo sviluppo del territorio».
Poi è il momento della presentazione dei dipartimenti regionali. Quello che i presenti definiscono il “pensatoio” che dovrà anche fungere da ossatura di un partito che in Sicilia «può contare su circa 400 amministratori, tra sindaci, consiglieri e assessori comunali», ricorda Germanà. «La vera svolta è da rintracciare nel 2022, quando la Lega è entrata all'Ars con cinque deputati che tutti ci invidiano – dice – nel frattempo la Lega è cambiata, rispetto alle origini. Non a caso, noi siciliani che la rappresentiamo siamo tutti di area moderata. L'accordo con Cuffaro? Con lui il rapporto è storicamente buono». Ma qualche tensione percorre la maggioranza. Durante la presentazione, il centrodestra cade per tre volte a Sala d'Ercole a causa del voto segreto. «Le tensioni interne? Forse la maggioranza è così forte e l'opposizione è così debole, può capitare che ci sia un dibattito acceso nella maggioranza. Ma poi – aveva detto Germanà – tutto si ricompone».