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In Sicilia

Dc, il segretario regionale Cirillo: «Non si può etichettare tutto un partito come "sistema criminale"»

Il rifiuto dello stigma collettivo dopo l'inchiesta su Totò Cuffaro

Redazione La Sicilia

15 Novembre 2025, 08:58

da sinistra Totò Cuffaro, Stefano Cirillo

da sinistra Totò Cuffaro, Stefano Cirillo

«Si sta facendo strada, usando il clamore mediatico, in una parte dell’opinione pubblica, un’idea profondamente distorta e pericolosa, quella secondo cui un partito politico, in quanto tale, possa essere etichettato come “sistema criminale”. Si tratta di un’affermazione grave, fuorviante e lesiva dei principi fondamentali della nostra Costituzione

Lo afferma, in una nota, il segretario regionale della Democrazia cristiana in Sicilia, Stefano Cirillo, sull'inchiesta sul leader del partito, Salvatore Cuffaro, che si è dimesso da presidente della Dc dopo essere stato indagato nell’ambito di un’indagine su un presunto comitato d’affari criminale che avrebbe pilotato appalti e concorsi pubblici.

«Le responsabilità penali sono sempre e soltanto personali - sottolinea Cirillo - non si trasmettono per riflesso, non si estendono alle comunità che un partito rappresenta, non possono trasformarsi in un sospetto collettivo. I partiti sono strumenti della partecipazione democratica, non soggetti da colpire o giudicare in blocco. Attribuire a un’intera forza politica un marchio infamante - osserva Cirillo - significa colpire anche le migliaia di persone che vivono la politica come servizio: dirigenti, amministratori, militanti, famiglie, donne e giovani che dedicano tempo, energie e competenze al bene comune. Significa ignorare la complessità della vita democratica, che si regge sull'impegno quotidiano di cittadini onesti. Nella Democrazia cristiana - aggiunge Cirillo - ci sono storie limpide, percorsi di legalità, persone che hanno scelto la via del servizio spesso nel silenzio e senza cercare privilegi. Mettere tutto questo sullo stesso piano di comportamenti individuali oggetto di indagini significa smarrire il senso profondo della partecipazione civile, uno dei pilastri della nostra Repubblica. In una democrazia si rispettano i cittadini, il loro voto e le istituzioni che li rappresentano. La Democrazia cristiana - conclude Cirillo - continuerà a difendere con fermezza i valori costituzionali, la dignità della partecipazione politica perché un partito non si può “arrestare”