Chi sono
Giunta Trantino, ecco i profili dei quattro nuovi assessori: fra cambi di casacca e lunghe carriere sempre col pallino della politica
Professionalità consolidate, ma anche un lungo background in politica. Che, in qualche caso, significa anche essere stati in più di un partito
Hanno giurato questa mattina e sono pronti a occupare i loro posti nella giunta del sindaco di Catania Enrico Trantino. Ma hanno una storia politica che va indietro di molti anni, esperienze pregresse in Consiglio comunale e più di una esperienza di salti da una casacca all'altra. Ecco i profili dei quattro nuovi assessori appena insediatisi a Palazzo degli Elefanti.

Daniele Bottino, una laurea in Economia all'università Ecampus, gestore di patronati e centri servizi, la sua storia in Consiglio comunale non la nasconde. «Dopo 13 anni...», dice, adesso che fa l'assessore. La sua carriera politica a Palazzo degli Elefanti comincia nel 2013 nel centrosinistra, alla corte del partito Il Megafono, creatura di Rosario Crocetta. Nel 2018 ci riprova, con la lista Con Bianco per Catania e lo slogan: «Noi rifacciamo la differenza». Ci vuole poco perché, poco dopo l'inizio dell'esperienza da sindaco di Salvo Pogliese, Bottino annunci il suo passaggio a Diventerà bellissima, di cui diventa in un battito di ciglia capogruppo, con la benedizione dell'allora assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza. Nel 2022 diventa consulente di Razza all'assessorato, per «migliorare l’integrazione sociale delle persone affette da disabilità e alla gestione delle problematiche inerenti». Il motto e perfino la foto del santino elettorale rimangono gli stessi anche al nuovo cambio di partito: elezioni 2023, stavolta la lista è quella di Fratelli d'Italia con la quale fa incetta di volti: quasi 2400, sufficienti per piazzarlo altissimo nell'ordine di chi sarà destinato a diventare assessore al primo rimpasto di giunta utile. Avvenuto, però, a quasi due anni e mezzo dall'inizio del mandato. Meglio tardi che mai.

Carmelo Coppolino, 43 anni (quasi 44), di professione è radiologo e dirigente medico all'Asp di Catania. In Consiglio comunale a Catania ci entra per la prima volta nel 2013, nei primissimi tempi della sindacatura di Enzo Bianco. Siede sui banchi dell'opposizione: era primo dei non eletti della lista Grande Catania (Movimento per l'autonomia), quando Mario Chisari si dimette e tocca a lui. Nel 2014 viene istituita in Consiglio la commissione speciale Legalità, di cui Coppolino viene eletto presidente all'unanimità. Nel frattempo, lascia Grande Catania e si lancia nell'avventura di Sicilia futura, esperienza che vedeva in Nicola D'Agostino (oggi deputato regionale di Forza Italia) e in Nico Torrisi (amministratore delegato della Sac) i suoi ispiratori. Nel 2017 ne diventa coordinatore provinciale e a novembre di quell'anno, alle elezioni regionali, si piazza secondo in lista con 4.716 preferenze. Viene eletto solo il primo, D'Agostino. Oggi rientra a Palazzo, dodici anni dopo la prima volta.

Luca Sangiorgio, notaio, 40 anni, sempre a destra. Cominciato a fare politica da studente, tra il 2008 e il 2010 è consigliere di amministrazione dell'Ersu di Catania, l'Ente regionale per il diritto allo studio. Cresce politicamente nella squadra di Salvo Pogliese, e quindi ne segue il percorso. Se ne va da Forza Italia, di cui è prima coordinatore provinciale seniores (nel 2014) e poi vicecoordinatore comunale, nel 2019, in polemica con la gestione del partito dell'allora plenipotenziario siciliano Gianfranco Miccichè. La stessa spaccatura che porta l'allora sindaco e oggi senatore Pogliese ad andare via, armi e bagagli, portando con sé tutti gli amministratori locali della sua squadra. Eletto in Consiglio comunale nel 2018, è capogruppo di Una scelta d'amore per Catania, la lista del primo cittadino. Di cui rimane l'alfiere in aula. Alle elezioni amministrative del 2023 sceglie di non ricandidarsi: fa spazio ai consiglieri Erio Buceti ed Erika Bonaccorsi, puntando a ricoprire un ruolo da assessore sei mesi dopo l'elezione del sindaco Enrico Trantino. Deve aspettare due anni di più, e nel frattempo dice di "no" a ogni ipotesi di consigli di amministrazione di società partecipate e a qualunque "riprotezione" sulla Città metropolitana.

Serena Spoto è avvocata penalista. Condivide la professione e lo studio con il sindaco Trantino, ma non il partito: è, infatti, esponente del Movimento per l'autonomia di Raffaele Lombardo. Si affaccia all'amministrazione della cosa pubblica nel 2013 e nel 2018, quando si candida al Consiglio comunale di Gravina di Catania prima con il Popolo della libertà e poi con una lista civica. Approda al cda dell'Amt nel 2018 quando la sua nomina è considerata in quota centrodestra e Fratelli d'Italia, per via della vicinanza con il deputato regionale Dario Daidone. Nel 2020 viene nominata presidente di Multiservizi spa in quota Movimento per l'autonomia, e con i lombardiani resta quando si candida, nel 2023, al Consiglio comunale di Catania, in tandem con il presidente e autonomista doc Sebastiano Anastasi.