La polemica
L'ex candidato di CasaPound a Palazzo Platamone. Il sindaco: «Libro su Céline, accuse strumentali», e la presentazione si sposta
Il caso ruota attorno alla presenza di Andrea Lombardi, già esponente della formazione neofascista. Per Trantino «si vuole colpire la candidatura di Catania capitale della Cultura»
Andrea Lombardi
«Faremo un gran bene all'Italia». È il 3 febbraio 2018 e a Imperia si inaugura una sede di CasaPound, il movimento neofascista che quell'anno si presenta alle elezioni Politiche. A parlare ai microfoni di una testata locale è il candidato al Senato Andrea Lombardi. «La novecentite è quella malattia tremenda che fa sì che nel terzo millennio si continui a giudicare tutto secondo fascismo e antifascismo», dice Lombardi. Passano sei anni, è il 14 febbraio 2024 e l'Anpi di Genova contesta la presenza, alle manifestazioni per il Giorno del ricordo (dedicato alle vittime delle foibe) alla presenza di studenti delle scuole, anche di «un editore e autore di testi che negano le responsabilità nazifasciste nella Seconda guerra mondiale». È sempre Andrea Lombardi che, a Genova24.it, replica: «Non sono né negazionista né fascista e tanto meno razzista». Novembre 2025, Catania: Andrea Lombardi si ritrova a dovere gestire sempre le stesse contestazioni. Stavolta per via della presentazione del libro "Louis-Ferdinand Céline" di Maurice Bardèche, fissata inizialmente per il 29 novembre, alle 17, a Palazzo della Cultura, con il patrocinio del Comune di Catania e la presenza del sindaco. E poi spostata a seguito delle polemiche.

Il tema, per chi solleva il caso, non è Céline. Ma, piuttosto, la scelta di presentare un libro scritto da Bardèche, autore che si autodefinisce «uno scrittore fascista» nell'incipit del suo "Qu'est-ce que le fascisme?". Che Bardèche fosse collaborazionista è un dato noto. Che abbia sostenuto l'illegalità del processo di Norimberga contro i criminali del Terzo Reich altrettanto. E poi c'è la faccenda di presentarlo con «l'editore, saggista ed esperto in Céline Andrea Lombardi», che con il movimento di CasaPound si è presentato alle elezioni nazionali.
«Quello che sta accadendo è inaccettabile», attacca su Facebook il consigliere comunale del Movimento 5 stelle Graziano Bonaccorsi, in un testo che poco dopo viene emendato e rilanciato come comunicato stampa congiunto con il gruppo consiliare del Partito democratico. «È comparsa una locandina - afferma Bonaccorsi - che annuncia una manifestazione ospitata nel Palazzo della Cultura, con il logo della città di Catania, accanto a nomi legati al neofascismo, al negazionismo e a chi ha costruito carriere sulla riabilitazione dell’Asse e della sua propaganda».
«Il Palazzo della Cultura non può essere trasformato in una passerella per iniziative che normalizzano ideologie incompatibili con i valori democratici e costituzionali, né tantomeno il simbolo della città può essere prestato a eventi che minano la credibilità culturale dell’istituzione», si legge nel comunicato stampa di M5s e Pd.
Il primo cittadino
La richiesta a Enrico Trantino è semplice: ritirare simbolo e patrocinio e dissociarsi dall'iniziativa. «Io non sarò presente - afferma il primo cittadino, raggiunto dal quotidiano La Sicilia - E non ci sarò per impegni pregressi, non certo perché io mi senta toccato dall'accusa che mi si muove». Per Trantino, le chiacchiere stanno a zero: «È un evento culturale, si parla di Céline. E a chiunque voglia contestare Céline suggerisco di leggere "Viaggio al termine della notte" per scoprire le profondità dell'animo umano e la meraviglia della letteratura».
Come detto, però, il problema non è Céline. Ma chi è chiamato a parlarne. «A mio avviso è una polemica ridicola. Se mi mettessi a difendere il pluralismo, scenderei sullo stesso piano di chi ha l'interesse a gonfiare una simile discussione. Voglio difendere invece il principio: è un appuntamento culturale. Qui nessuno vuole essere gramsciano ed egemonizzarla, qui a Catania la cultura vogliamo farla, concedendo il patrocinio alle manifestazioni che ce lo domandano. Abbiamo dato il patrocinio, per esempio, alla presentazione del libro di Francesca Albanese». Che però è relatrice speciale dell'Onu per i Territori palestinesi occupati. «E qualcuno potrebbe etichettare come antisemita quello che dice». Semmai, come antisionista.
«Il punto è decidere se basarsi su una narrazione speculativa oppure documentale, nel parlare delle cose. Io davvero vorrei che fosse la cultura catanese a esprimersi. Che fossero i docenti dell'università, i professionisti del teatro, che parlassero del merito dei profili delle persone di cui si discute, senza speculazioni», continua Enrico Trantino. «Perché altrimenti - aggiunge - il sospetto è che si voglia polemizzare per ostacolare il percorso della città verso Catania capitale della Cultura, accusandoci di fare propaganda neofascista o neonazista. Ma davvero lei pensa che io possa essere neonazista?», s'infuria Trantino.
Gli organizzatori
«Confermiamo l'incontro con Andrea Lombardi su Céline, ma lo faremo in altra sede, nonostante il Comune ci abbia convintamente confermato la volontà di ospitarlo a Palazzo della Cultura e per questo ringraziamo il sindaco Trantino e la direzione competente», affermano gli organizzatori della rassegna "In viaggio con Bardamu", intitolata all'alter ego proprio di Céline. «Abbiamo chiesto noi - continuano - di sottrarre un incontro culturale perché abdichiamo al tentativo di farne terreno di scontro politico. Céline non lo merita». «Il saggio di Bardèche, personaggio certamente controverso come tanti intellettuali non conformi, non è un saggio ideologico o un trattato "revisionista", come scrivono alcuni privi del senso della misura, e del ridicolo: indaga l'uomo, lo scrittore, la sua dimensione umana, oltre che quella intellettuale. Pensare che si debba fare cultura leggendo solo quello che rientra nella propria dimensione ideologica è una logica da regimi totalitari, comunisti o nazisti fa pochissima differenza». Per quanto su quel «pochissima differenza» la storia avrebbe qualcosa da ridire.
«Abbiamo organizzato decine di convegni, con "In viaggio con Bardamu", con ospiti anarchici, comunisti o fascisti, lo abbiamo fatto con relatori partendo dalle posizioni più disparate, ma non avevamo mai assistito a questo ridicolo teatrino. Mai è stata nostra intenzione politicizzare una rassegna indipendente - concludono - Comunicheremo a breve luogo e ora del nuovo appuntamento: la libertà di espressione non è un diritto sindacabile».