×

le manovre

Zaia pensa alla "scalata" verso la leadership della Lega dopo l'exploit nelle Regionali

L'ex Governatore del Veneto ha conquistato oltre 200 mila voti di preferenza: «Ora mi potrò dedicare al partito»

Redazione La Sicilia

26 Novembre 2025, 20:21

Zaia pensa alla "scalata" verso la leadership della Lega dopo l'exploit nelle Regionali

Il derby tra Lega e Fratelli d’Italia in Veneto ha innescato nuove partite a livello nazionale: dalla dialettica interna fra Matteo Salvini e Luca Zaia, ai rapporti tra i due partiti in vista delle prossime regionali.

All’indomani dei festeggiamenti, il presidente uscente del Veneto rivendica le oltre 200 mila preferenze e non esclude una corsa a sindaco del capoluogo, dove ha raccolto poco più di settemila voti: «I veneziani hanno voluto darmi un segnale che mi vogliono come sindaco...», ha alluso in un’intervista al Corriere della Sera. Cà Farsetti, affacciata sul Canal Grande, potrebbe dunque diventare uno degli approdi del mattatore di queste regionali.

Zaia, ricevuto al Quirinale dal presidente Sergio Mattarella, continua tuttavia a volgere lo sguardo anche alla Lega, alla quale ha promesso di dedicare maggior tempo per sostenere l’idea di un partito federale sul modello tedesco di CSU e CDU.

Un passaggio, quest’ultimo, su cui interviene il segretario Matteo Salvini: «La vittoria in Veneto è una vittoria del centrodestra. La scelta di appoggiare un candidato della Lega non era scontata. È stata una scelta generosa da parte degli alleati, innanzitutto di Giorgia Meloni, che ha l'onore e l’onere di tenere insieme la squadra». Tradotto: bene l’exploit di Zaia, ma attorno c’era una coalizione. E, in ogni caso, «quando perdi, perdi insieme. Quando vinci, vinci insieme».

Dal fronte Zaia si minimizza e si ricorda che anche il governatore uscente ha speso parole di apprezzamento per la premier Giorgia Meloni. Guardando alle prossime scadenze elettorali, Salvini manda un messaggio agli alleati: «Nella mia Lombardia se Fratelli d’Italia avrà un candidato all’altezza sarò ben felice di accogliere la loro proposta. Così come noi in Sicilia qualche suggerimento da dare lo avremo».

Negli ambienti parlamentari della maggioranza si ragiona sul fatto che la Lega potrebbe irrigidirsi nell’isola qualora FdI puntasse al Pirellone, dove tra Attilio Fontana e gli alleati si respira già aria di campagna. «La Lega ha le persone migliori per sostituirmi», sostiene il presidente lombardo, secondo cui nella scelta del successore «non si deve fare riferimento ai numeri dei voti che i partiti prendono singolarmente».

Replica Carlo Maccari, coordinatore lombardo di FdI: «Non è il momento per uscite personali o rivendicazioni di parte», con il partito «pronto ad esprimere una leadership forte».

In Veneto l’attenzione si sposta ora al futuro. Il prossimo snodo sono le amministrative di Venezia, nella primavera del 2026. Anche su questo fronte Salvini, nei giorni scorsi, aveva detto di avere «qualche idea».

Si riparte in sostanziale equilibrio: Venezia è uno dei due capoluoghi, insieme a Padova, in cui Giovanni Manildo ha raccolto più voti di Alberto Stefani, appena 399 in più. Qui il PD risulta primo partito e, a ben vedere, sul piano delle preferenze personali Zaia non ha sfondato: subito dietro di lui è arrivata la segretaria dem cittadina, Veronica Sambo.

Il centrosinistra sogna di riprendersi Cà Farsetti dopo i dieci anni di Luigi Brugnaro. Riparte da un campo larghissimo, lo stesso che ha sostenuto Manildo. In pole position tra i possibili candidati c’è il senatore Andrea Martella, già sottosegretario all’Editoria.

Sul fronte opposto, FdI punta a individuare tra gennaio e febbraio un nome con l’obiettivo di guidare la città per il prossimo decennio. Da questa parte si tende a ridimensionare il significato del voto regionale, complice la bassa affluenza e la presenza di Riccardo Szumski, il cui bacino potrebbe aver spostato l’ago a destra.

La maggioranza non esclude inoltre di sottrarre qualche tassello al «campo largo», a partire da Azione. Intanto, nei partiti regionali è iniziata la partita per la ridefinizione degli equilibri in Giunta e in Consiglio. L’ultima parola sugli assessori spetterà ad Alberto Stefani.

Per il vincitore delle Regionali sono stati giorni agrodolci: alla soddisfazione per il risultato si è aggiunto l’addio alla nonna Paola, alla quale aveva dedicato il successo. «Avrei voluto vivere almeno un’ora di questi giorni con te e farò fatica a capacitarmi di questo».