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Il dibattito

Il campo largo e le Regionali: «Dopo le feste via al confronto sul candidato»

La Vardera accelera: «Si decida o avanti da solo». Il feeling con Avs. Il M5S: «Niente fughe in avanti». Pd diviso sulle primarie

Salvo Catalano

19 Dicembre 2025, 08:03

Il campo largo e le Regionali: «Dopo le feste via al confronto sul candidato»

Nessuna sorpresa e un invito a distinguere: le preferenze nei sondaggi non si traducono quasi mai in altrettanti voti. Ma anche la necessità di accelerare sulle scelte per le Regionali. Il centrosinistra siciliano fa i conti con la corposa iniezione di numeri venuti dal sondaggio commissionato a Swg dal movimento Controcorrente di Ismaele La Vardera. Proprio il deputato regionale risulta in vetta ai leader politici dell'isola col 64% di gradimento. E la sua lista viene accreditata di un 14,5% che le permetterebbe di superare sia Pd che M5s e renderebbe la partita per Palazzo d'Orleans davvero contendibile col centrodestra. «Io - si fa forte La Vardera - chiedo agli alleati un tavolo tra Natale e Capodanno in cui scegliere il candidato. Se non decidiamo, posso anche correre da solo».

Nel campo largo i numeri del sondaggio vengono presi con le pinze. «Stiamo parlando di una valutazione sulla visibilità - ragiona a microfoni spenti un addetto ai lavori - è normale che le percentuali più alte vadano a quelli che la gente conosce di più. Ricordate Fava nel 2017? I sondaggi gli davano il 25% di preferenze e poi...».

In realtà un tavolo di coalizione è già fissato al rientro dalle feste, per parlare di elezioni Amministrative. Così si era stabilito alla Festa dell'Unità del Pd, pochi giorni fa a Catania. «In quella sede affronteremo anche la discussione sul metodo della scelta per il candidato presidente alle Regionali», precisa il segretario dem Anthony Barbagallo.

Nel frattempo il movimento Controcorrente cresce. «Qualche deputato della maggioranza ha bussato alla nostra porta per provare a sondare il terreno», racconta La Vardera. Fuori tempo massimo per lasciare Schifani e fare il salto all'opposizione? «Direi di no - risponde - siamo ancora in tempo, ma le parole non bastano per una presa di distanza, servono fatti». Sono buoni anche i rapporti con Cateno De Luca (a cui Swg attribuisce il 9% come lista). I due al momento si sono limitati a vicendevoli complimenti. È saldo il rapporto con Alleanza Verdi e Sinistra. «La Vardera - ribadisce il segretario regionale di Sinistra italiana Pierpaolo Montalto - interpreta il disagio della gente verso il malgoverno e il malcostume. È una risposta al crollo di credibilità delle istituzioni e uno dei nomi più credibili. Ma non è l'unico e il candidato deve uscire dal confronto di tutte le forze». Sono ottimi i rapporti di La Vardera anche con l'eurodeputato dei Cinque Stelle Giuseppe Antoci, altro nome in pole per una candidatura. Ma prima serve una sintesi interna al Movimento, dove anche Nuccio Di Paola coltiva ambizioni. «Il M5s è compatto - spiega Di Paola - Io sono sempre stato una persona che fa squadra e il mio unico interesse è battere il centrodestra. Sia chiaro che ogni pezzo che si allontana dalla coalizione che stiamo provando a costruire, fa un favore al centrodestra visto non esiste il ballottaggio». Messaggio recapitato a La Vardera. «Io preferisco partire dai dati reali delle Europee del 2024 - continua Di Paola - Ma soprattutto partiamo dai temi: sanità, lavoro, diseguaglianze».

Priorità anche del Pd. «È il momento di ragionare di quello che si vuole fare per offrire una proposta credibile e concreta - spiega Sergio Lima, della direzione nazionale - Non è scritto negli astri che il centrodestra vinca, anzi mi sembra in difficoltà. Basta vedere quello che succede all'Ars». Cresce la convizione che senza divisioni interne, il centrosinistra se la giochi. Un motivo in più per non sbagliare candidato come cinque anni fa, ma soprattutto per non dividersi. «Per me va bene tutto, basta che non litighiamo», sottolinea il segretario Barbagallo che «sondaggio o non sondaggio» continua a «sentire l'onere della responsabilità di essere il centro della coalizione». Tra i dem, poi, non è tramontata l'ipotesi primarie, anche se potrebbero diventare l'assist migliore per La Vardera. Per il deputato regionale Fabio Venezia sono «fondamentali per poter coinvolgere le tante forze civiche e la società civile nella scelta di chi dovrà guidare l'alternativa in Sicilia». Ipotesi che si mantiene viva anche per Barbagallo. «Le primarie sono nel nostro statuto, ma devono essere d'accordo tutti». Molto dipenderà da cosa succederà a Roma. Se le elezioni Politiche e quelle Regionali coincideranno. E se cambierà la legge elettorale nazionale. In questo caso, di fronte a un eventuale obbligo di indicare preventivamente i candidati premier, anche per la corsa a Palazzo Chigi sarebbe probabile il ricorso alle primarie nel centrosinistra. E se Roma sì, perché Palermo no?