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Lombardo: «Non vado più da Schifani per non litigare». Rimpasto: «Ecco la formula»

Il leader autonomista durante gli auguri ai suoi detta: «Nuova giunta con tecnici e politici per fare meglio nell'ultimo anno e mezzo di legislatura»

Maria Elena Quaiotti

21 Dicembre 2025, 00:21

02:09

Lombardo: «Non vado più da Schifani per non litigare». Rimpasto: «Ecco la formula»

 

Avrebbero dovuto essere tradizionali auguri di Natale, ma per il leader di Grande Sicilia Raffaele Lombardo «a vent'anni dal congresso fondativo dell'Mpa a Bari» è stato un voler «serrare i (sempre foltissimi, ndr) ranghi, ora più che mai». Ieri pomeriggio in un hotel alla Plaia di Catania, nonostante a suo dire avesse l'influenza, ha parlato per quasi mezz'ora. Lontano dagli affanni palermitani di Sala d'Ercole, davanti un foglio di carta piegato in quattro e scritto con la penna biro fra cancellature, riscritture ed evidenziature in rosa, più che abbastanza per sviluppare a braccio la strategia da qui alle elezioni regionali, che «probabilmente saranno anticipate alla primavera 2027, con quelle nazionali», «uno sbandamento – ha sottolineato - ulteriormente accelerato per i problemi della sanità». Grande l'attenzione per le elezioni comunali e le liste civiche, non certo demonizzate. Tutt'altro: «Abbiamo bisogno di riorganizzarci, tutti insieme, e distinguerci» è stata la “chiamata".

Nell'intervento ha parlato di giunta (regionale), decentramento, necessità di rivedere l'autonomia e lo Statuto regionale «forse donato alla Sicilia con la riserva mentale di non farlo funzionare», il tema dell'abolizione dei dazi per il Sud America, quel Mercosur «che «rischia di mettere in ginocchio la nostra agricoltura, senza dimenticare la riduzione del 20% dei fondi per la Pac». Una stoccata, «che non si offenda», non è mancata al presidente della Regione «con cui è difficile trattare, sarà per il nostro rispettivo carattere. La mia scelta di non andarci mai più non è casuale, per evitare di arrabbiarci reciprocamente. Un risultato gli riconosco pubblicamente: la ristrutturazione del Centro di formazione professionale dei salesiani de La Salette, a San Cristoforo».

Citando le norme «da noi portate a casa» Lombardo ha ricordato quelle «su rifiuti ed energia, ma anche sui danni in agricoltura. “Sicilia pulita" vuol dire dare le risorse ai Comuni per sgomberare dai rifiuti le strade fuori dal centro abitato, insieme alla videosorveglianza; sull'energia, con l'aiuto alle famiglie a reddito più basso per dotare la propria abitazione di fotovoltaico e così consentirgli di ridurre, fino a cancellare il costo della bolletta energetica».

Sulla sanità «potremmo dire: l'avevamo detto a luglio 2024 che si sarebbe rischiato il disastro. È la punta di un vero e proprio iceberg da noi evidenziato e denunziato i primi giorni del mese di novembre, suggerendo prudentemente che si trattasse forse, e vi sembrerà grave, di peccati veniali rispetto al resto. Se il presidente della Regione vuole, può determinare una svolta forte. Allora metta al vertice dell'assessorato un uomo o una donna che abbia il coraggio di fare rispettare le regole, potenziare la sanità pubblica e smettere di regalare posti letto e reparti alla sanità privata, intervenendo così seriamente sulle liste d'attesa».

«L'avevo consigliato a novembre: – ha ribadito - si azzeri la giunta e si mettano insieme politici e tecnici, d'accordo con i partiti della maggioranza, per dare più forza all'azione di governo in questa fase finale della legislatura. Questo non è avvenuto, ma mi auguro che il presidente della Regione trovi ora il coraggio di dotarsi di una giunta che, con tutto il rispetto per ciò che fanno gli attuali assessori, sappia governare al meglio in questo anno e mezzo che manca», alle elezioni.

Alta l'attenzione dello stato maggiore lombardiano: se il «delfino» designato, il nipote Giuseppe Lombardo, era a Palermo impegnato con «la definizione di una Finanziaria regionale che va avanti fra mille difficoltà», c'erano invece l'assessore regionale all'Energia Francesco Colianni e, solo per nominare i catanesi, l’ex senatore e assessore regionale Antonio Scavone, la coordinatrice cittadina Pina Alberghina, una folta rappresentanza comunale, dagli assessori Carmelo Coppolino e Serena Spoto, al presidente del consiglio Sebastiano Anastasi ai consiglieri.