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«Non lasciare tracce nelle mail», che cosa c'è nelle carte della Procura e perché il Napoli (forse) non rischia nulla sul piano sportivo

I documenti pubblicati da Repubblica scuotono la serie A e c'è chi vede un trattamento diverso riservato alla Juventus e ai partenopei

Fabio Russello

08 Ottobre 2025, 18:29

18:36

«Non lasciare tracce nelle mail», che cosa c'è nella carte della Procura e perché il Napoli (forse) non rischia nulla sul piano sportivo

Aurelio De Laurentis e Victor Osimhen

Il 17 luglio 2020, Giuseppe Pompilio, all’epoca vicedirettore sportivo del Napoli, inviava un messaggio a Cristiano Giuntoli, direttore sportivo del club, con queste parole: «Non devi scrivere nulla. Tracce nelle mail non se ne lasciano. A voce quello che ti pare». Questa frase emerge dalle indagini sulla trattativa per l’acquisto di Victor Osimhen dal Lille, un affare che quell’estate raggiunse un valore complessivo di 71,25 milioni di euro, facendo di Osimhen il calciatore più costoso nella storia del Napoli, di proprietà di Aurelio De Laurentiis. Il documento è stato pubblicato da Repubblica.

Nonostante il totale pattuito, il Napoli versò direttamente al Lille solo 50 milioni di euro, mentre i restanti 21 milioni sarebbero stati “coperti” attraverso la cessione di cartellini valutati in modo sospetto: quello di Orestis Karnezis, portiere greco di 35 anni acquistato nel 2018 per 2,5 milioni, e di tre giovani calciatori della Primavera, Luigi Liguori, Claudio Manzi e Ciro Palmieri. Questi ultimi, però, non sono mai stati effettivamente trasferiti in Francia, né sono mai stati sottoposti a visite mediche lì, come riscontrato dalla Guardia di Finanza durante le indagini.

Le procure, con i pm Lorenzo del Giudice e Giorgio Orano, hanno chiesto il rinvio a giudizio per Aurelio De Laurentiis e per l’amministratore delegato Andrea Chiavelli. Al contrario, Pompilio e Giuntoli non risultano indagati. Le indagini sono state trasmesse anche alla procura federale, ma il procuratore Giuseppe Chinè ha ritenuto insufficienti le prove per riaprire il procedimento sportivo, che resta così archiviato.

L’inchiesta ha rivelato un panorama di trattative “artificiali” per raggiungere il prezzo specificato dal Lille. Il presidente francese Gérard Lopez sottolineava in una mail agli azzurri che, pur mantenendo un valore nominale elevato, il prezzo reale fosse inferiore a quello proposto da altri club, suggerendo un meccanismo di artificioso aggiustamento del valore degli scambi.

Dopo il fallimento di un accordo che avrebbe incluso l’inserimento di Fernando Llorente, il Napoli tentò altre soluzioni inserendo i giovani Leandrinho e Adam Ounas nella trattativa. Fu solo con l’inclusione di Karnezis e dei tre Primavera nel pacchetto, valutati complessivamente 20 milioni, che si raggiunse la somma totale di 70 milioni concordata.

Le conversazioni interne emergono come particolarmente significative. Andrea Chiavelli, in un messaggio a Giuntoli, scherza amaro: «Speriamo rifiutino… sennò dovremo darci alle rapine», mentre Giuntoli esprime dubbi sulla legittimità dell’operazione, definendo Chiavelli «terrorista» per la sua insistenza. Pompilio, dal canto suo, rassicura: «Terrorismo psicologico», invitando a non lasciare tracce scritte e a limitarsi alle comunicazioni verbali per evitare problemi probatori.

La Guardia di Finanza ha inoltre ascoltato i giovani coinvolti e tutti hanno negato di aver avuto contatti con il Lille o di essere stati sottoposti a visite mediche, smascherando una trattativa “eterodiretta” imposta dai dirigenti, come mostra una chat WhatsApp tra Pompilio e Giuntoli del 20 luglio 2020.

Un ulteriore elemento di imbarazzo per il Lille arriva da una mail interna tra due dirigenti francesi, Julien Mordacq e il CEO Marc Ingla, in cui si evidenziano i rischi legali dell’affare e la necessità di giustificare eventuali operazioni sospette relative a cinque giocatori.

Dal punto di vista della giustizia sportiva, il Napoli non rischia comunque sanzioni, poiché le contestazioni relative alle plusvalenze fittizie erano già state analizzate in due gradi di giudizio con esito favorevole al club. Di conseguenza, non è prevista alcuna penalizzazione in termini di punti in classifica o altre misure sportive.

Diversa è la situazione penale. Aurelio De Laurentiis dovrà affrontare un processo per falso in bilancio relativo alle stagioni 2019-2021, riguardante le operazioni legate a Manolas e Osimhen: secondo l’accusa, i valori contabili inseriti in bilancio sarebbero stati manipolati per gonfiare artificialmente le plusvalenze, migliorando apparenti condizioni economiche del Napoli.

Dopo il rinvio della prima udienza preliminare, ora fissata per il 6 novembre, De Laurentiis, tramite i suoi legali, si è detto tranquillo e sereno, convinto di dimostrare la correttezza delle operazioni, e ha ribadito l’impegno del Napoli a rispettare sempre le regole, tenendo alta la reputazione del club.