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Malasanità

Cristina Gallo scriveva: «Spero che il mio caso serva a cambiare le cose». Mulè: «Tutto in questa storia è scandaloso»

La 56enne aveva sollevato il caso dei ritardi nei referti istologici dell'Asp di Trapani. Prima di lei altri tre pazienti sono nel frattempo deceduti. Il deputato che ha sollevato il caso a livello nazionale: «È un simbolo»

Salvo Catalano

10 Ottobre 2025, 13:46

13:58

Cristina Gallo

Maria Cristina Gallo aveva perso la fiducia, anche se fino alla fine ha coltivato la speranza, rafforzata dalla sua incrollabile fede cristiana. Aveva perso la fiducia nella Sicilia e nel suo sistema sanitario. Per questo aveva scelto di andarsi a curare all'istituto europeo di Oncologia di Milano. Ogni settimana prendeva un aereo la mattina per tornare la sera o al massimo l'indomani nella sua Mazara del Vallo. Portandosi addosso la stanchezza e la sofferenza del tumore degenerato in metastasi nei nove mesi in cui ha atteso il referto istologico dall'Asp di Trapani. Dopo ha continuato la chemioterapia a Castelvetrano, fino alla settimana scorsa. Negli ultimi giorni, consapevole che la fine si stava avvicinando, aveva anche avviato le cure palliative. 

«Con Cristina ci conoscevamo perché siamo della stessa città», racconta Giorgio Mulè, il deputato di Forza Italia e vicepresidente della Camera che ha sollevato il caso a livello nazionale con due interrogazioni parlamentari. È a lui che Gallo aveva affidato tutta la sua frustrazione. A dicembre del 2023 subisce un intervento all'ospedale di Trapani per un fibroma all'utero. In quella sede le viene prelevato un campione di tessuto per esaminarlo. Ma ad agosto 2024, otto mesi dopo, il risultato dell'esame istologico non è ancora arrivato. Da ulteriori accertamenti scopre che nel frattempo ha sviluppato diverse metastasi e un tumore al quarto stadio. Prova a smuovere le acque inviando una segnalazione all'Azienda sanitaria di Trapani. «Durante le feste di Natale del 2024 mi racconta tutto, io presento la prima interrogazione parlamentare a gennaio - spiega Mulè - Da lì in poi questa storia diventa cronaca».

Una cronaca che fa emergere come nella stessa situazione di Gallo ci sono 3.313 persone. Tanti sono i referti istologici in attesa di essere esaminati. Scoppiano proteste, vengono disposte indagini interne dell'azienda sanitaria, interviene l'assessorato regionale alla Salute. E il direttore generale Ferdinando Croce viene messo alla fine alla porta. Scatta pure un'indagine penale della Procura di Trapani che porta a 19 avvisi di garanzia tra medici e personale sanitario. In particolare a otto medici vengono contestati i reati di omicidio colposo e lesioni personali. Perché dei 3.313 in attesa dei risultati, 356 pazienti risultarono affetti da tumore. «In provincia di Trapani almeno tre prima di Cristina sono nel frattempo deceduti», precisa Mulè. Casi finiti nel fascicolo di indagini dei magistrati.

«Tutto è scandaloso in questa storia - sottolinea il parlamentare - fu scandaloso l'atteggiamento dell'Asp di Trapani, l'omertà e il falso che dichiarò l'azienda in parlamento; fu scandaloso non assistere le 3.300 persone in attesa di referto e la mancanza di adeguata assistenza di chi aveva contratto un tumore. Anche l'uscita di scena del direttore generale che resistette fino all'ultimo è stata scandalosa. Morire così è scandaloso». Oggi la situazione all'Asp di Trapani, guidata dalla commissaria straordinaria Sabrina Pulvirenti, sembra migliorata: non si registrano ritardi nella consegna dei referti istologici, anche se rimangono pesanti criticità nelle liste d'attesa per altri esami. «Nei giorni scorsi mi è stato segnalato che a un paziente è stato dato un appuntamento a luglio del 2026 per un'ecografia all'addome».

I funerali di Gallo, morta a 56 anni, si svolgeranno sabato mattina alle 10.30 nella basilica di Mazara del Vallo e saranno presieduti dal vescovo Angelo Giurdanella. «È stata una mamma tenerissima, una moglie esemplare, un’insegnante innamorata - ha scritto ancora Mulè sui suoi social -  È stata una combattente irriducibile. Non il caso e neppure la fatalità hanno deviato il corso della sua esistenza: Cristina è diventata simbolo, suo malgrado, di uno di quei casi che si definiscono di malasanità. Pur essendo provata dalla sofferenza, non si è mai arresa. Ha combattuto la malattia e insieme una battaglia per cercare verità e giustizia. Ha combattuto soprattutto per aiutare gli altri».

Infine il deputato riporta un messaggio ricevuto quando era già consapevole che il suo destino era segnato: «Purtroppo - scriveva Gallo - se io avessi avuto il referto del mio banale fibroma subito, non avrei avuto metastasi, non sarei stata al quarto stadio, con il rischio di morire. Tuttavia il bene che ne verrà mi dà sollievo e spero ci sia anche giustizia. Speriamo tutto questo possa servire a cambiare le cose... per i nostri figli e per chi non ha voce».