l'emergenza idrica
Agrigento, i dubbi sul prestito da 20 milioni concesso da Schifani. «Soldi senza intervenire sugli errori che hanno portato al dissesto»
Oggi sindaci a Palermo per chiedere nuove garanzie al governatore. E Legambiente solleva perplessità sulla realizzabilità dei paletti imposti dalla Regione
La partita sull'acqua ad Agrigento va ai tempi supplementari. Il governatore Renato Schifani ha sbloccato lo stallo, annunciando che la Regione metterà sul piatto 20 milioni di euro come prestito ad Aica, l'azienda idrica locale, che vanta un maxi debito con Siciliacque, la partecipata della Regione che gestisce il sovrambito. Un fondo che però è subordinato a due paletti: entro due anni la capacità di riscuotere le tasse regolarmente, inclusa l'installazione di tutti i contatori mancanti (sono 77mila i morosi accertati fino ad ora), e dall'altra parte il pagamento regolare delle spese correnti da parte di Aica. Non uno scoglio di poco conto. Proprio per questo già oggi la presidente dell'Azienda idrica Danila Nobile, il presidente dell'Ati Giovanni Cirillo e il presidente dell'assemblea dei sindaci di Aica Salvo Dibennardo, incontreranno Schifani per ammorbidire l'emendamento.
Siciliacque ha manifestato l'intenzione di ridurre l'acqua alla provincia di Agrigento a partire dal 1° dicembre. Un taglio per step, fino ad arrivare a 50 litri per abitante, la soglia minima di sopravvivenza prevista dalla normativa, che metterebbe in ginocchio oltre 400mila cittadini. La misura, dice la partecipata regionale che ha come socio di maggioranza Italgas, si rende necessaria alla luce del maxi debito da 22 milioni di euro di Aica. Siciliacque ha formalmente informato il prefetto Salvatore Caccamo, perché la situazione diventerebbe incandescente anche dal punto di vista dell'ordine pubblico. Ieri è arrivato l'intervento di Schifani. «Gli agrigentini - ha spiegato - non pagheranno gli errori dei loro amministratori e non rimarranno senz'acqua. Il principio deve essere chiaro: è finita l’era in cui la Regione interveniva sistematicamente su anomalie e responsabilità altrui».
L'emendamento aggiuntivo abbozzato prevede che i Comuni restituiranno i 20 milioni (equamente spalmati tra il 2026 e il 2027) in dieci anni, a cominciare dal 2027. Aica - precisa ancora la norma - «decade dal beneficio della rateizzazione concessa se alla scadenza del biennio dalla prima erogazione, non ha completato l’attività necessaria a garantire la regolare riscossione della tariffa per il servizio da parte dell’utenza finale, compresa la collocazione dei contatori; e se non assicura il regolare adempimento dei pagamenti correnti». Quest'ultimo fattore è determinante per Siciliacque che si riserva di andare avanti col suo piano, qualora non venisse rispettato. La partecipata, infatti, sottolinea che «ogni conseguente determinazione sulle forniture idriche al gestore agrigentino sarà presa dal Cda della società, che sta seguendo le evoluzioni della vicenda in costante contatto con le istituzioni interessate».
Paletti «giusti in teoria ma irrealizzabili nel caso concreto», commenta il circolo Rabat di Legambiente. «Ci interroghiamo - scrivono il presidente Daniele Gucciardo e il dirigente Giuseppe Riccobene - sull’uso di fondi pubblici, promesso ieri a reti unificate dal presidente Schifani, per una forma di prestito assai anomala, che salvaguarda il credito milionario di Siciliacque, senza intervenire su alcuno dei gravi errori tecnici e amministrativi che hanno provocato il dissesto di Aica. A chi giova differire sine die l’accertamento delle reali responsabilità, subordinando poi l’erogazione del prestito a condizioni oggettivamente irrealizzabili nei tempi ipotizzati, come il piano di rientro credibile, la collocazione integrale dei contatori, il pagamento costante del debito corrente?». E poi c'è un tema di responsabilità: «Le soluzioni alla eterna crisi idrica - sottolineano - sono affidate a coloro che l’hanno creata, con la propria evidente incompetenza».
L'obiezione è concreta. Nel 2023 Aica ha perso un finanziamento milionario destinato all'installazione dei contatori. Su 408mila residenti in provincia, le utenze collegate sono appena 120mila. Di recente sono stati individuati 77mila morosi, ma il lavoro è solo all'inizio. Aica avvierà a breve un progetto pilota su uno dei Comuni quasi totalmente forfettari, San Biagio Platani, dove l'acqua non si paga al consumo. Caratteristica che accomuna ancora diversi paesi dell'Agrigentino. «Siamo in grado di installare tutti i contatori entro il 2026», rassicura la presidente di Aica Danila Nobile. Che oggi pomeriggio incontrerà Schifani a Palazzo d'Orleans. Sul tavolo i sindaci chiedono di più: 40 milioni di euro anziché 20 per saldare non solo il debito con Siciliacque, ma anche quello con i fornitori di energia elettrica, oltre che essere sicuri di stare in regola con le spese correnti. E ancora: la possibilità di spalmare il prestito in un arco temporale maggiore dei dieci anni finora indicati dal governatore.

